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In una stazione di Riyad un uomo è in fuga, incapace di decidere la meta del suo viaggio. Si chiama Turàd, "il cacciatore", anche se è stato lui a finire in trappola, e porta lo shimàgh ben stretto attorno alla testa - è la sua ossessione. Dov'è finito il suo coraggio, quella dignità forgiata nel deserto, fra le distese di sabbia che circondano i wadi? Dove e quando ha perso la sua identità? Fra le strade caotiche della città araba contemporanea, un inferno senza fascino e senza profumi, i ricordi di Turàd il beduino si mescolano a quelli di Tawfiq lo schiavo e dell'orfano Nàsir, anime sfigurate dalla vita che lottano contro un mondo spietato e realizzano il senso del proprio destino nell'amicizia, nel legame fraterno, nella condivisione dell'esistere.